Uboldo (Ubold in dialetto locale, AFI: [yˈbÉ”lt]) è un comune italiano di 10.612 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. Situato nell’appendice sud-orientale della provincia di Varese, ha un territorio con andamento pianeggiante, di origine alluvionale [...]. Il comune è attraversato dal Bozzente, il cui percorso attuale risale al 1753, quando il torrente fu deviato per allontanarlo dal paese, cui recava danni frequenti con i suoi straripamenti.
L’abitato è caratterizzato da un nucleo antico di forma ellittica e struttura compatta. Il comune di Uboldo fu ricostituito nel 1950, staccandosi da Saronno, a cui era stato aggregato nel 1927.
I ritrovamenti archeologici avvenuti in questa zona, consistenti in sepolture di incinerati e in vari oggetti, sono stati attribuiti all’epoca di transizione celtico-romana e a quella romana imperiale; la loro ubicazione è comunque alquanto periferica, vale a dire nei pressi delle cascine Soccorso e Malpaga e quindi ad occidente dell’attuale abitato. Quest’ultimo rivela invece, con il suo impianto planimetrico, un origine medioevale. Anche il toponimo, derivante forse dal nome personale Ugobaldo, è riferibile all’epoca longobarda. Il “loco Ugoboldo” viene citato per la prima volta in un’iscrizione lapidea conservata presso la basilica milanese di S. Ambrogio, relativa ad una donazione di terre. Pergamene notarili redatte tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo attestano che Uboldo era già in quel periodo un comune con propri consoli, nel quale erano presenti come signori di “districtus” i De Crivellis, che all’inizio del ‘200 intrapresero controversie giurisdizionali contro i consoli stessi, nei cui confronti fecero valere determinati privilegi.
Al centro del paese sorge la Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, eretta in forme pseudobasilicali nel 1955 su progetto della Scuola Beato Angelico di Milano; l’edificio sorge sul luogo più antico di culto cristiano, ascrivibile al XII secolo, dove si susseguirono vari edifici che mantennero la medesima intitolazione. All’interno sono conservati dipinti e sculture provenienti dalla chiesa preesistente: nella parte sinistra del transetto troviamo una “Madonna del latte con S. Sebastiano e S. Giacomo” di scuola luinesca, una “Madonna in gloria con puttini” del Legnanino.
Uboldo è divisa in quattro contrade: Bell nel cui stemma vi è la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (colore giallo); Lazzarett, che sorge vicino alla vecchia cappella del Lazzaretto, che accoglieva gli ammalati di peste durante la grande epidemia del 600 (colore verde); San Cosma, che prende il nome dalla chiesetta dei Santi Cosma e Damiano, risalente al XIII secolo (colore bianco); Taron, che sorge sulla strada che collega Uboldo a Cerro Maggiore (colore rosso).
Uboldo è situato nell’appendice sud-orientale della provincia di Varese,il suo territorio, che presenta un andamento pianeggiante, è di origine alluvionale.
Dal punto di vista litologico è per buona parte sabbioso-ghiaioso e quindi permeabile; una porzione minore è invece di natura argillosa e quindi umida in superficie. Una parte del territorio è ricoperta da boschi, con prevalenza delle robinie. Il comune è attraversato dal Bozzente, il cui percorso attuale risale al 1753, quando il torrente fu deviato per allontanarlo dal paese, cui recava danni frequenti con i suoi straripamenti.
L’abitato è caratterizzato da un nucleo antico di forma ellittica e struttura compatta, agglomerato attorno a due piazze, collegate fra loro da un asse viario principale; esso è situato eccentricamente nell’area sud-orientale del territorio comunale. A distanze variabili tra i due e i quattro chilometri dal centro storico vi sono quattro rioni periferici, originati dalle cascine denominate rispettivamente Girola, Soccorso, Malpaga (tutt’e tre verso nord) e Regosella (verso sud).
Il comune di Uboldo fu ricostituito nel 1950, staccandosi da Saronno, a cui era stato aggregato nel 1927.
I ritrovamenti archeologici avvenuti in questa zona, consistenti in sepolture di incinerati e in vari oggetti, sono stati attribuiti all’epoca di transizione celtico-romana e a quella romana imperiale; la loro ubicazione è comunque alquanto periferica, vale a dire nei pressi delle cascine Soccorso e Malpaga e quindi ad occidente dell’attuale abitato. Quest’ultimo rivela invece, con il suo impianto planimetrico, un origine medioevale. Anche il toponimo, derivante forse dal nome personale Ugobaldo, è riferibile all’epoca longobarda. Il “loco Ugoboldo” viene citato per la prima volta in un’iscrizione lapidea conservata presso la basilica milanese di S. Ambrogio, relativa ad una donazione di terre. Pergamene notarili redatte tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo attestano che Uboldo era già in quel periodo un comune con propri consoli, nel quale erano presenti come signori di “districtus” i De Crivellis, che all’inizio del ‘200 intrapresero controversie giurisdizionali contro i consoli stessi, nei cui confronti fecero valere determinati privilegi.
Diverse furono le famiglie potenti di Uboldo, quella dei Crivelli è indubbiamente la più antica, testimoniata fin dal 1117 quando Ugo Crivelli, uboldese, fu nominato console di Milano. Da lui discende Uberto che fu Arcivescovo di Milano e successivamente eletto Papa col nome di Urbano III nel 1185. In epoca moderna ai Crivelli successero, come signori di Uboldo, i Villani.
In epoca borromaica Uboldo ricevette le visite pastorali di Francesco Cardano nel 1566 e di S. Carlo Borromeo nel 1583; la sua chiesa venne eretta in parrocchiale proprio in quel periodo. Nel 1623 Filippo IV re di Spagna concesse le terre di Uboldo in feudo ai Crivelli; dopo la morte dell’ultimo membro della famiglia, all’inizio del ‘700, esse passarono ai Villani, che ne rimasero in possesso fino alla soppressione del feudo nel 1832.
Il comune di Uboldo subisce una trasformazione in senso industriale agli inizi del nostro secolo: dal telaio a mano diffuso nelle famiglie di contadini-tessitori ad opera di imprenditori-commercianti si arriva nel 1908 all’insediamento del Cotonificio Poss, che sorgeva nel luogo dell’attuale Parco di via A.M. Ceriani ; importante per numero di occupati, chiuse alla fine degli anni ’60 ed i suoi edifici furono quasi totalmente demoliti. Nel secondo dopoguerra si installarono in Uboldo industrie di rilievo quali: la dolciaria Lazzaroni nel 1956, la Contardo (impianti di refrigerazione e riscaldamento) nel 1963, la Pollastri Officine (apparecchi metallici per sollevamento e trasporto) nel 1951, e l'Acciaierie Ferrieri Malpaga.
I 4400 abitanti del 1950 salirono a 5350 nel ’60, a 6600 nel 1965 per arrivare ai 9500 attuali. Come si vede, gli anni Sessanta ed i successivi hanno registrato un forte incremento demografico per l’immigrazione, soprattutto da Veneto, Sardegna e Campania di manodopera per l’industria locale.
Tra i personaggi illustri che ebbero i natali ad Uboldo ricordiamo Monsignor Antonio Maria Ceriani (1828 – 1927), prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e maestro di Papa Pio XI, fra le cui opere ricordiamo la raccolta “Monumenta Sacra et Profana” e l’edizione del Codice Ambrosiano della “Iliade dipinta”. L’orientalista Giovanni Battista Rampoldi (1761-1836), che viaggiò a lungo in Grecia, Turchia, Arabia, Siria ed Egitto, paesi in cui maturò il proposito di scrivere gli “Annali musulmani”: dodici volumi pubblicati nel quinquennio 1822-26, che unitamente ad un “Manuale di cronologia universale”, una “Corografia dell’Italia” e un “Dizionario degli uomini illustri” rappresentano tutta la produzione dello studioso.